L’orientamento professionale rappresenta un momento chiave nella vita di ciascuno di noi, in cui siamo chiamati a prendere decisioni cruciali in base alle nostre aspirazioni e competenze. Tuttavia, ci sono situazioni in cui alcuni fattori possono influenzare questa scelta in modi che non sempre riconosciamo. La dislessia, per esempio, è uno di questi elementi che può giocare un ruolo significativo nella determinazione del percorso lavorativo. Vediamo quali difficoltà può affrontare un dislessico sul lavoro e in quali contesti professionali può eccellere.
Quali difficoltà incontra un lavoratore dislessico?
Le sfide che i lavoratori affetti da dislessia incontrano non sono poche e iniziano già durante il loro percorso formativo. In una società come la nostra, che pone un’enfasi considerevole sulle competenze di lettura, scrittura e studio, gli effetti della dislessia si manifestano in modo particolarmente intenso durante il periodo della scolarizzazione. Mentre è accettabile che uno studente incontri difficoltà nel disegno, è più problematico accettare problemi di lettura e scrittura, considerati aspetti centrali della valutazione scolastica.
Con il passare degli anni, alcune delle difficoltà incontrate dai dislessici tendono a attenuarsi, ma spesso a un costo notevole in termini di sforzi. Nei soggetti adulti, la lettura può sembrare quasi normale, ma raggiungere quel risultato richiede un considerevole dispendio di energie. La comprensione dei contenuti può essere parziale o approssimativa, e l’attività di lettura può causare una significativa fatica, con una rapida diminuzione dell’attenzione e della capacità di apprendimento.
I lavoratori dislessici spesso incontrano maggiori difficoltà nel decodificare e apprendere le lingue straniere, così come nell’esecuzione di compiti che richiedono abilità simultanee, come ascoltare e prendere appunti, specialmente in ambienti rumorosi. Queste sfide possono risultare particolarmente problematiche in contesti lavorativi, dove la comunicazione e la comprensione veloce delle informazioni sono essenziali.
In quali lavori la dislessia può essere un vantaggio?
Esistono numerose aree professionali in cui le persone con caratteristiche dislessiche possono esprimere le proprie capacità con successo.
La capacità dislessica di visualizzare e percepire il pensiero visivo come reale è un’abilità notevole e un grande vantaggio per professionisti come architetti, ingegneri, progettisti e nel settore della moda, dalle menti creative che concepiscono nuovi modelli a coloro che li materializzano.
Nel campo artistico, le risorse dislessiche sono preziose per attori, pittori, fotografi, scultori, registi, scrittori, musicisti e altri, mentre negli sport individuali, come golf, tennis, ginnastica e tuffi, possono emergere piloti dotati di queste caratteristiche. Con la giusta preparazione, possono eccellere anche nei giochi di squadra come calcio, pallacanestro o pallavolo.
Le persone con caratteristiche dislessiche possiedono notevoli abilità comunicative e relazionali, permettendo loro di percepire facilmente stati d’animo e sottigliezze nell’interazione con gli altri. Ciò le rende preziose in professioni di supporto o assistenza, come medicina, psicologia, insegnamento, formazione, assistenza sociale e mediazione familiare. Le loro capacità di pensiero innovativo e fuori dagli schemi, unite a una grande curiosità e creatività, le rendono ideali anche per il mondo della scienza e dell’informatica, particolarmente nelle attività di grafica computerizzata e progettazione tridimensionale.
Infine, le cosiddette soft skill, ovvero le abilità trasversali, non dovrebbero essere sottovalutate: i soggetti dislessici che hanno superato le sfide nello studio e nei rapporti interpersonali possono aver sviluppato doti di perseveranza, determinazione e resilienza nel perseguire i propri obiettivi e sfruttare le proprie risorse. Tuttavia, è importante considerare che non tutti sono dotati di tale determinazione e volontà. La diagnosi di dislessia può causare un notevole disagio psicologico, specialmente nei bambini che potrebbero non comprendere appieno le potenzialità di questa condizione e percepirla come un ostacolo rispetto ai propri coetanei.